martedì 28 maggio 2013

La Banca della Terra - M5S Genova


La Giunta Regione Liguria , ha approvato una delibera, ora in Consiglio per l’approvazione con eventuali modifiche , che istituisce la Banca della Terra col dichiarato scopo di   recupero produttivo dei terreni abbandonati e salvaguardia del territorio favorendone l’accorpamento per un  migliore sviluppo aziendale . Questo si legge nella relazione di accompagnamento della delibera  ,ove viene inoltre espresso l’intento:  di   favorire l’occupazione con speciale riguardo ai giovani ,  lo sviluppo di aziende agroforestali , preservando la tradizione e le filiere locali, prevenire l’erosione e il rischio di incendi , semplificare la normative ed eliminare vincoli al recupero , riconoscendo il ruolo multifunzionale delle imprese agroforestali e promovendo  la diversificazione delle attività per favorire l’incremento del reddito .

Tutto ciò è bello buono e giusto se non che l’attuazione di questi propositi è demandata ad un Fondo istituito presso la FILSE s.p.a. , la banca che finanzia le Regione e da questa controllata , che , nel caso,  si occuperebbe di terre e non di denaro , potendo acquisire la proprietà per contratto privato, ovvero la disponibilità qualora incolte ed abbandonate , per locarle a terzi con procedure che possono , ma non  devono, essere di evidenza pubblica.

Nella normativa approvata dalla Giunta , non è previsto l’obbligo , preventivo e propedeutico, di predisporre l’inventario dei terreni regionali  coltivati e non , e quindi  non è dato conoscere quali siano codesti terreni incolti né di chi siano, ed inoltre agli agricoltori,  che non siano imprenditori , non viene riconosciuto   alcun incentivo , nemmeno se volessero procedere al sollecitato recupero , oneroso e difficoltoso su territorio terrazzato , ove le particelle spesso sono difficilmente raggiungibili a causa del dissesto delle strade di accesso. In quanto , e se , proprietari sono però tenuti all’osservanza di principi minimi di salvaguardia ,che la Regione indicherà nel dettaglio in successivo regolamento,  pena sanzioni, mentre i comuni , che istituzionalmente sono tenuti alla manutenzione del territorio comunale , non solo non sono passibili di sanzioni o censure, ma possono ricevere dalla regione incentivi a fondo perduto per le opere di manutenzione sui terreni comunali , ed infine diventano controllori di sé stessi perché a loro è rimesso il controllo sull’ottemperanza ai principi minimi di salvaguardia, o a quelli indicati nel regolamento comunale che loro stessi si saranno dati, e che , in veste di manutentori istituzionali ,  li impegna  direttamente .

In sostanza Banca della terra è un fondo presso FILSE s.pa. , 1.300.000 € resi disponibili dalla Regione,  la cui regolamentazione è prevista in futura convenzione di cui nulla viene anticipato,  al quale  viene conferita detta  somma dalla regione perché la utilizzi per i compiti assegnati che sono anche di gestione diretta della terra .
 Può infatti acquisire la proprietà  o il possesso per atti privati , può acquisire la disponibilità dei terreni di cui non si conosce il proprietario dandoli in gestione a terzi secondo procedure anche private e non pubbliche a sua discrezione, può acquisire le terre incolte abbandonate dietro domanda di assegnazione a sé stessa .

La mancanza di obbligo di procedura pubblica, di previa individuazione di tutti i terreni,  di alcuna prevista procedura di controllo, e di possibilità di gestione diretta da parte di FILSE pare senz’altro censurabile .
Inoltre non vi è alcun riferimento, nella relazione di accompagnamento della delibera ,  a precedente legislazione regionale sulle terre incolte, del 1996, che ha previsto l’istituzione di commissioni , ancora pare in funzione, le quali avrebbero dovuto  essere richieste di riferire sull’esecuzione , evidentemente negativa , di quella normativa, individuandone le mancanze e favorendone quindi le modifiche.
Se ciò sia avvenuto  nella relazione non se ne trova comunque traccia   , si auspica quantomeno una rapporto di evidenza pubblica sul punto specifico e un  inventario , reso pubblico , di tutti i terreni regionali colti ed incolti , verificando soluzioni diverse che consentano la tutela del territorio incentivando gli agricoltori in base a piani di sviluppo agricolo predisposti dai singoli , o da consorzi, dove l’ ente regionale terzo abbia  funzioni di gestione delle procedure e di garanzia ,  controllando che  i Comuni eseguano  i compiti cui sono istituzionalmente tenuti.

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