mercoledì 12 giugno 2013

DORIA, MUSSO ED IREN: PAROLE IN LIBERTA' - M5S Genova


Nel loro talk-show epistolare su questo quotidiano, Sindaco e Sconfitto affidano alla propria eloquenza ed allo stile narrativo i rispettivi giudizi sulla vicenda delle nomine IREN. Il derby tra professori ha prodotto due pagine gradevoli da leggere, con spunti stimolanti e la giusta dose di accenni polemici.
Peccato che entrambi finiscano "involontariamente" per guardare il dito e non la luna. Iren è una multi-utility costruita da successive fusioni di municipalizzate: i tanti sostenitori, tra cui incessantemente il Partito Democratico in tutte le sue depistanti varianti di nome dell'ultimo ventennio, hanno sempre giustificato l'operazione perché necessaria per avere una grande società che potesse competere sui mercati.
Strappare prezzi migliori in acquisto e cogliere opportunità di business che le singole realtà locali non avrebbero potuto sostenere.

I numeri sono impietosi.
Iren è un gruppo frastagliato di ca. 130 società (130 consigli d'amministrazione o amministratori unici, 130 linee di manager, etc.). Ha un debito di oltre 2,5 MILIARDI di euro. Guadagna poche decine di milioni di euro ogni anno quasi sempre usate per pagare dividendi ai comuni azionisti alla "canna del gas" (Torino in primis e poi a scendere, Genova, Reggio Emilia, etc.).
Ha PERSO IL 75% del prezzo di borsa dal collocamento ad oggi. Le grandi opportunità di business colte sono investimenti di miliardi di euro in: 1 centrale di generazione TRM, 2 inceneritori Gerbido e Parma (qui appena persi 70 milioni per certificati verdi) 1 rigassificatore a Livorno (OLT cui accenna Musso) che, effettivamente, è la ciliegina: preventivo di costo 300, poi 400, adesso 800 (forse 1.000) milioni ormeggiati a Dubai in attesa di nuove.

Tutto questo in mercati "protetti": gas, acqua e luce, dove le tariffe sono fissate per legge, le barriere all'entrata sono altissime (quindi non ci sono concorrenti sul territorio) e i clienti sono tantissimi e debolissimi contrattualmente (noi, cittadini).
La situazione ideale per fare soldi: invece Iren ha distrutto ricchezza.
E i benefici per i genovesi?
Oggi paghiamo gas e acqua meno di prima? Abbiamo servizi di qualità migliore? Domande retoriche, ovviamente: la risposta è no. Genova (Pericu e la Sua Giunta e poi Vincenzi e la Sua Giunta e adesso Doria e la Sua Giunta, sempre lo stesso PD in plancia di comando) ha ceduto i propri tubi del gas, le proprie condutture, le proprie dighe, i propri acquedotti per inseguire una visione di gigantismo.
Ha progressivamente ceduto sovranità (sull'acqua per bere e lavarsi e gas per mangiare e scaldarsi mica cose di secondaria importanza) per ricevere cosa in cambio? Oltre un secolo fa, Thomas Edison, uomo molto vicino al tema energia, diceva che "una visione senza esecuzione è allucinazione". Nel caso di Iren, alchimia straordinaria della politica "Democratica" si è prodotto il caso in cui visione ed esecuzione hanno prodotto l'allucinazione. 

In Commissione e Consiglio abbiamo lavorato a lungo sulle modifiche allo Statuto. Ho sentito parlare di valore azionario, cariche sociali, geopolitica e bla, bla, bla. In aula avevamo lamentato che fossero modifiche marginali, ininfluenti sui miliardari (democratici) affari che corrono in tubi e cavi.
Ma ci è stato risposto (Lei, Sindaco, ci ha risposto) che era comunque un inizio, un segnale, un modo per affrancare Iren dalla spartizione politica precedente che ne ha impedito lo sviluppo. Il teatro delle nomine, ahinoi, ha dimostrato l'esatto contrario.
Perché il Consiglio d'Amministrazione non è stato azzerato? Com'è possibile che chi ha avuto un ruolo esecutivo centrale nella gestione precedente (Bazzano e Viero) siano stati riconfermati? Il secondo addirittura come VicePresidente!

 Possiamo allora dibattere ore sulla clausola dello statuto, sul comma, sull'articolo, etc. Possiamo ancora leggere decine d'articoli in cui si cerca la battuta migliore o la riflessione più puntuta. Ma il vero dibattito dobbiamo farlo su qual è la visione che abbiamo noi (pro-tempore) istituzioni per noi cittadini. Credo sia importante che Genova si rimpossessi di tutto quello che serve per garantire che due beni primari come gas ed acqua siano totalmente sotto il controllo dei genovesi. Non è neppure difficile farlo: basta scorporare le aziende che operano a Genova dal Gruppo, restituendo il pacchetto azionario alla capo-gruppo. Ricevere tubi e dighe (ma anche lavoratori) in cambio d'azioni sarebbe il modo (anche simbolico) per recuperare il primato dell'interesse della Comunità (e dell'economia produttiva) sulla finanza. E Genova ne ha disperatamente bisogno.

(Andrea Boccaccio)

Nessun commento :

Posta un commento

Ultimi Post